Con sentenza n. 44643 del 05.11.2013 la Sezione III della Corte di Cassazione Penale ha pronunciato che “se il ristoratore tiene all’oscuro i clienti della presenza di cibo congelato in cucina, non indicando detta circostanza nel menu, risponde di tentativo di frode in commercio, indipendentemente dalla sussistenza di una contrattazione con gli avventori“: ciò indipendentemente dalla rilevanza della questione, di puro carattere civilistico, in merito alla revocabilità dell’offerta contenuta del menù che “può assumere rilevanza solo ai fini della configurabilità della desistenza, atta ad escludere il reato nell’ipotesi in cui il ristoratore, a seguito della richiesta del cliente di una determinata pietanza, rifiuti di consegnare l’aliud pro alio, ma non incide sul perfezionamento della fattispecie del tentativo, che si consuma con la mancata indicazione nel menu della qualità degli alimenti surgelati o congelati“.
Ciò perché, a detta della Corte, “anche la mera disponibilità di alimenti surgelati, non indicati come tali nel menu, nelle cucina di un ristorante, configura il tentativo di frode in commercio, indipendentemente dall’inizio di una concreta contrattazione con il singolo avventore”.
Per un ottimo articolo di commento a firma di Simone Marani e per la massima ed il testo integrale della sentenza, si veda Altalex.
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