Commercio prodotti ortofrutticoli all’aperto: il cattivo stato di conservazione costituisce reato.

di | 9 giugno 2014

Con sentenza n. 6108 del 10.02.2014 la Sezione III Penale della Corte di Cassazione è andata a pronunciarsi su un fenomeno molto diffuso sulle strade italiane nel corso delle stagioni primaverili ed estive: il commercio di prodotti ortofrutticoli effettuato con bancarelle e postazioni mobili ai lati delle strade, riconoscendo l’imputato colpevole della contravvenzione di cui all’art. 5, lett. b) della legge 283/1962, per aver detenuto per la vendita alcune cassette di verdure di vario tipo in cattivo stato di conservazione.

La Cassazione, in motivazione di sentenza, ricorda come “la contravvenzione in esame vieta l’impiego nella produzione, la vendita, la detenzione per la vendita, la somministrazione, o comunque la distribuzione per il consumo, di sostanze alimentari in cattivo stato di conservazione”; richiamando una precedente pronuncia delle Sezioni Unite, inoltre, la Corte ricorda come “ai fini della configurabilità del reato, non vi è la necessità di un cattivo stato di conservazione riferito alle caratteristiche intrinseche delle sostanze alimentari, essendo sufficiente che esso concerna le modalità estrinseche con cui si realizza, che devono uniformarsi alle prescrizioni normative, se sussistenti, ovvero, in caso contrario, a regole di comune esperienza”.

Affermando come “sia comunque necessario accertare che le modalità di conservazione siano in concreto idonee a determinare il pericolo di un danno o deterioramento delle sostanze escludendo, tuttavia, la necessità di analisi di laboratorio o perizie, ben potendo il giudice di merito considerare altri elementi di prova, come le testimonianze di soggetti addetti alla vigilanza, quando lo stato di cattiva conservazione sia palese e, pertanto, rilevabile da una semplice ispezione ed affermando che il cattivo stato di conservazione dell’alimento può assumere rilievo anche per il solo fatto dell’obiettivo insudiciamento della sola confezione, conseguente alla sua custodia in locali sporchi e quindi igienicamente inidonei alla conservazione ed è configurabile anche nel caso di detenzione in condizioni igieniche precarie”, la Corte nel caso specifico di alimenti posti in vendita su bancarella sita ai margine della strada, ha rilevato come “la messa in commercio di frutta all’aperto ed esposta agli agenti inquinanti costituisca una violazione dell’obbligo di assicurare l’idonea conservazione delle sostanze alimentari e rispettare l’osservanza di disposizioni specifiche integrative del precetto” fondando il proprio convincimento in base a quanto riferito dal teste escusso, il quale ha evidenziato che alcune cassette di verdura erano esposte all’aperto e, pertanto, a contatto con agenti atmosferici e gas di scarico dei veicoli in transito.

Per un ottimo articolo di commento a firma di Mirella Pocino e per il testo integrale della sentenza, si veda Altalex.

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